SELFHABITAT CULTURA
Da una costola di Selfhabitat è nata un’associazione volontaria e senza fini di lucro -
Selfhabitat Cultura - che si è imposta come missione di organizzare convegni, lezioni,
mostre ed eventi cercando di coinvolgere un numero sempre maggiore di estimatori.
Oltre agli esperti, studiosi, designers e appassionati che hanno aderito all’iniziativa e
hanno prestato la propria esperienze, si è ingrandito il numero di coloro che hanno seguito gli
eventi che di anno in anno ruotavano attorno ad un tema scelto dal comitato scientifico che fin
dall’inizio si è costituito.
La adesione al progetto da parte di Vanni Pasca, presidente dell’Associazione
Italiana degli Storici del Design ed il sostegno di Adi Toscana, Isia, Ied e Design Campus dell’Università di Firenze,
hanno permesso di puntare a risultati che hanno immediatamente riscosso interesse a livello istituzionale.
Il Comune di Firenze in primis e di numerose persone di diversa estrazione cuturale, tra le quali designers,
docenti universitari, imprenditori, scrittori, curatori di musei hanno confermato la loro attenzione verso un’attività
relativamente nuova per una città come Firenze, che si è rivolta quasi sempre al passato ed è percepita non sempre attenta
all’attualità. La fondazione di SelfhabitatCultura, dunque, è stato il primo e più naturale passo che ha
permesso di accogliere al suo interno tutti coloro che si riconosceranno negli scopi fondativi, che ne condivideranno
gli interessi e il desiderio di restituire alla città un tema sentito come prioritario nella prospettiva del suo
futuro sviluppo e per consentire anche a giovani designers di trovare una sponda autorevole con cui confrontarsi.
La fondazione di SelfhabitatCultura, dunque, è stato ed è tuttora il primo e più naturale passo che permette di
accogliere al suo interno tutti coloro che si riconosceranno negli scopi fondativi, che ne condividono
gli interessi e il desiderio di restituire alla città un tema sentito come prioritario nella prospettiva
del suo futuro sviluppo e per consentire anche a giovani designers di trovare una sponda autorevole con
cui confrontarsi accogliendo l’eredità culturale di Vanni Pasca. È, in ogni caso, un modo per continuare un cammino,
già ricco di risultati, seguendo un percorso più “strutturato”, senza perdere di vista la parte ludica e appassionante
che ha fatto fino ad oggi da insostituibile legame.